11 Novembre 2016
Chef e impegno sociale: l’esempio di Niko Romito fa scuola

«L’alta cucina può fare un salto da arte a coscienza». Queste le parole di Joan Roca, presidente della giuria che assegna il Basque Culinary World Prize, un prestigioso riconoscimento per il lavoro degli chef che, attraverso l’arte culinaria, si impegnano a migliorare il mondo. A vincere quest’anno è stata Maria Fernanda Di Giacobbe, chef venezuelana che valorizza la filiera del cacao della sua terra e l’imprenditoria femminile, con particolare attenzione alle donne più vulnerabili economicamente.

 

Un riconoscimento importante, che mette in luce un tema più meritevole di attenzione da parte dei media: il lavoro di tanti chef, in Italia e nel mondo, per lo sviluppo di progetti in ambito sociale e assistenziale. Il nostro Paese, in particolare, può vantare una serie di iniziative che coniugano alta cucina e attenzione al prossimo: ad esempio, Massimo Bottura, forte delle sue tre stelle Michelin, si è impegnato in prima persona attraverso il Refettorio Ambrosiano a Milano, definito dalla stampa “la mensa-gioiello dei poveri”; inoltre, con l’Associazione Food for Soul ha esportato in Brasile il medesimo modello, incoraggiando le comunità locali a combattere lo spreco alimentare. Rimanendo nel firmamento degli chef stellati, i fratelli Alajmo hanno voluto dare vita al progetto di solidarietà “Tavoli trasparenti”: se consumi un pasto in uno dei 300 ristoranti aderenti all’iniziativa, la stessa cifra pagata per saldare il conto sarà donata alla ricerca sulle malattie neoplastiche infantili.

 

Gusto per la ricerca, quindi, ma anche per la cura e il benessere dei pazienti in ospedale: in questo senso, il vero apripista è stato lo chef stellato Niko Romito, chiamato da Lorenzo Miraglia, imprenditore di Gioservice, gestore della ristorazione ospedaliera (gruppo Giomi), a rivoluzionare un settore che tradizionalmente viene associato alla cattiva cucina. «In ospedale si mangia male. È quello che diciamo tutti» – ha spiegato Romito – «e invece proprio lì bisogna mangiare cose che fanno bene, secondo il concetto di Ippocrate del cibo come cura». Il progetto, chiamato “IN-Intelligenza Nutrizionale” si propone proprio di portare l’alta cucina nelle corsie ospedaliere, e sarà inaugurato il prossimo 15 dicembre nell’Ospedale Cristo Re di Roma, struttura d’eccellenza nell’area materno-infantile.

 

Una vera e propria rivoluzione, resa possibile dall’impegno di un azienda leader nel campo della cucina ospedaliera, in collaborazione con un maestro dell’alta cucina da sempre votato all’eccellenza; perché, come ha sottolineato Joan Roca del Basque Culinary World Prize, «lo chef può fare la differenza».